Ferimento del presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian durante un raid israeliano il 16 giugno: dinamiche dell’attacco.
Il 16 giugno scorso, la tensione in Medio Oriente ha superato un nuovo livello quando fonti iraniane hanno rivelato che Masoud Pezeshkian, presidente della Repubblica islamica dell’Iran, è rimasto ferito leggermente a una gamba durante un raid condotto da forze israeliane. L’agenzia di stampa Fars, vicina ai Guardiani della Rivoluzione, ha diffuso le prime ricostruzioni di quanto accaduto, confermando la presenza di un attacco mirato a un edificio strategico dell’Iran occidentale. Da quel momento, le autorità iraniane hanno avviato indagini approfondite per capire se informazioni riservate siano state trafugate.

Il raid: dinamica e target
Secondo la ricostruzione ufficiale, questo raid è avvenuto solo quattro giorni dopo l’inizio di una campagna israeliana su larga scala. L’obiettivo dell’attacco sarebbe stato un edificio in cui si svolgeva una riunione del Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale. Presenti all’incontro erano figure di rilievo: oltre a Pezeshkian, il presidente del Parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf, il capo della Magistratura Gholam‑Hossein Mohseni‑Eje’i e altri funzionari di alto livello.
Le fonti di Fars parlano dell’impiego di sei bombe o missili destinati agli ingressi principali, con l’obiettivo di intrappolare i partecipanti all’interno. Il blackout elettrico ha complicato la situazione, ma la riunione è riuscita a disperdersi grazie all’utilizzo di una porta di emergenza. Durante la fuga, Pezeshkian e altri leader hanno riportato ferite alle gambe, considerate inizialmente non gravi ma indicative della portata dell’attacco.
Le accuse e le reazioni ufficiali
Nell’intervista rilasciata di recente a Tucker Carlson, Pezeshkian ha affermato che l’attacco non era casuale, bensì un tentativo mirato a ucciderlo: “Ero in riunione e hanno cercato di bombardare la zona in cui si stava tenendo”. Queste parole hanno riacceso la tensione diplomatica tra Teheran e Tel Aviv, sollevando dubbi sulle modalità con cui Israele potrebbe aver ottenuto informazioni sensibili. Come riportato da adnkronos.com
L’agenzia iraniana Fars ha segnalato che le autorità hanno aperto un’inchiesta interna per identificare eventuali fonti di intelligence interne che abbiano facilitato la pianificazione del raid. Non ci sono al momento riscontri pubblici sull’esito delle indagini, ma la questione è stata elevata a livello nazionale e internazionale.
Il ferimento di Pezeshkian rappresenta un episodio significativo nell’escalation tra Iran e Israele. Il dettaglio del raid mirato e delle coordinate interne suggerisce un multi-livello di sofisticazione operativa. Nei prossimi giorni, gli sviluppi delle indagini interne e le possibili ripercussioni diplomatiche potrebbero modificare ulteriormente la situazione regionale. Analizzare le motivazioni strategiche di Israele sarà fondamentale per capire se questo attacco possa essere interpretato come uno spostamento rispetto alla tradizionale deterrenza o come parte di una risposta più ampia alle recenti tensioni.
Resta alta l’attenzione sulla capacità di difesa interna iraniana e sulla potenziale risposta diplomatica o militare di Teheran nei confronti di Tel Aviv.